venerdì 12 dicembre 2014

Hansel che pescava i tramonti

"Mamma io esco"
"E dove vai tesoro?"
"Vado a pescare"
"Non fare tardi. Stasera c'è l'arrosto con il purè"

Sua madre stava lavando i piatti in cucina. Era pomeriggio, il sole picchiava sulle teste e sull'erba, facendo risplendere il mondo di un bel giallo dorato.
Hansel preparò la sacca con tutto l'occorrente. C'erano gli ami, c'erano le esche, c'era la canna aggiustata con il nastro adesivo, c'era la borraccia ma soprattutto, tanta buona volontà.

Si infilò le vecchie scarpe e strinse bene i lacci intorno alla caviglia, non erano per niente comode, ma mamma gli aveva proibito severamente di indossare quelle nuove, si sarebbero sporcate di fango ancora prima di arrivare al fiume.
Ah la mamma e i suoi consigli, lei non poteva neanche immaginare che quel giorno non avrebbe dovuto nemmeno entrare nell'acqua...quel giorno Hansel avrebbe catturato per lei un bellissimo tramonto. 
Il compleanno della mamma era alle porte e quell'anno Hansel aveva deciso che nessun regalo sarebbe stato più appropriato dei colori del cielo che tanto le piacevano. 
Ogni sera la si poteva trovare seduta sulle gradinate davanti all'uscio della cucina, intenta a sorridere tra le sfumature rosa e arancioni che preannunciavano l'arrivederci del sole. 
Il porcellino di ceramica addetto alla cura dei suoi risparmi tintinnava a vuoto e nessun negozio gli avrebbe regalato pietre preziose o tessuti di pizzo da poter impacchettare, così, l'immaginazione e l'amore portarono alla logica conclusione che un tramonto sarebbe andato più che bene.
Si mise in marcia attraversando il viale arrivando a passi veloci sulla strada sterrata che portava alla collina. I piedi si facevano largo tra fiori accaldati e insetti salterini e le gambe scoperte cercavano invano di non pensare al prurito che la polvere causava sulla pelle sudata. La sacca era pesante, pareva quasi che la spalla non potesse reggerne il peso...ma i veri pescatori sono uomini forti tutti d'un pezzo e per nulla al mondo avrebbe permesso a se stesso di cedere, tanto meno quando c'era un bel tramonto ciccione da acchiappare.

"E tu che ci fai qui? Vuoi venire a pescare con me?"
Diego, il loro bracco color malto, l'aveva raggiunto a grandi falcate, probabilmente dopo che mamma l'aveva costretto ad interrompere il suo pisolino per andare a fare la guardia al figlio. Continuarono a camminare ignorando zanzare e il chiacchierare pettegolo delle cicale, ben determinati a trovare il punto migliore che avrebbe portato ad una pesca proficua.
La campagna si stagliava infinita alle loro spalle, il vento accarezzava i campi facendoli ondeggiare come il più verde degli oceani e tutto brillava di quiete.

"Secondo me qui è perfetto. Che ne dici Diego?"
Hansel sistemò la seggiolina pieghevole togliendo qualche sassolino fastidioso dal terreno e cominciò a preparare l'attrezzatura. Montò la canna, vecchia e sciancata come un silenzioso veterano di guerra, preparò gli ami e le esche. Dio solo sa quante volte sua madre gli aveva ripetuto di non giocare con i vecchi ami da pesca del nonno, erano tutti rovinati e il più delle volte le sessioni al fiume terminavano con dolci rimproveri e litri di disinfettante. Quella volta però no, quella volta tutto sarebbe filato liscio e non ci sarebbero stati cotone e cerotti ad aspettarlo a casa, ma solo la gloria. 
Diego era occupato a rintracciare una zecca nascosta tra il pelo, pareva quasi che ringhiasse a se stesso, la cosa in effetti appariva decisamente buffa.
Hansel tirò fuori un pezzo di pane e lo agganciò all'amo, poi, con tutta la forza di cui era capace, lo lanciò più lontano che potè, osservando la sottile lenza sparire nel vuoto. Si erano sistemati sopra una piccola collina, non troppo alta da necessitare scarponi e fiatone ma abbastanza elevata da poter controllare il paesaggio sottostante. 
"Allora, prima proviamo con il pane Diego...non so esattamente cosa piace ai tramonti, ma mi sono preparato un po' di tutto...Diego non mangiare il pane! Quello ci serve come esca!", soddisfatto tra le briciole ed un falso senso di colpa il cane aveva provveduto a spazzolare via la vecchia pagnotta, approfittandosi della distrazione del giovane compare. 
Il cielo cominciava a sbadigliare, il sole stava già scendendo verso l'orizzonte, chiedendo scusa a tutti i bambini che non sarebbero mai voluti andare a dormire. Passò circa un'oretta e il legnetto che Hansel stava intagliando aveva ormai dimenticato di essere stato albero per essere...forse una giraffa, o un fenicottero...qualcosa con un lungo collo per lo più. 
"Diego. Abbiamo un problema. Il sole il pane non lo mangia. Mi sa che devo tentare con la seconda esca". Ritrasse l'amo facendo correre il mulinello e tolse dalla sacca una confezione di cubetti di formaggio. "Riproviamo con il formaggio, forse il sole è un po' più sofisticato, il pane magari era troppo secco". Diego sonnecchiava pacifico tenendo il muso sulla scarpa sinistra del bambino, probabilmente sognando altre pagnotte da sgranocchiare e cuscini morbidi da distruggere.
Hansel lanciò ancora, fiducioso e ottimista come solo i bambini sanno essere. 
L'azzurro stava cedendo il passo alle prime sfumature di rosa. Il cielo a pensarci bene pare proprio una cameretta per bambini, prima azzurro e poi rosa...è un bel posto dove giocare e raccontare storie. Il tempo passava e Hansel dovette dare ascolto alla voce nella sua testa che diceva che era ora di mettere la camicia a maniche lunghe, perchè come amava ripetere la nonna, "il freddo non si sente ma si prende". Diego russava e il bambino cominciava ed essere un po' preoccupato. Non un movimento, non un accenno di resa, il sole pareva proprio indifferente ai cubetti di formaggio. 
"Diego amico mio abbiamo solo un'altra opzione", aprì il cordoncino che teneva chiusa la sacca ed estrasse in silenzio solenne un sandwich al burro di arachidi. "A tutti piace il burro di arachidi! Stavolta ce la faremo Diego"...in effetti, non pareva proprio che il bracco fosse turbato dal retino vuoto. Lanciò di nuovo, questa volta così lontano che forse forse, avrebbe se non altro acchiappato una stella. Il blu chiedeva permesso e cominciava ad avvicinarsi a passo svelto, il sole ormai sembrava un uovo cotto all'occhio di bue con tante deliziose nuvole porpora attorno. Cinque minuti, dieci minuti, un quarto d'ora e ancora nulla.
Hansel scattò in piedi e con voce ferma e concentrata sentenziò: "Diego. Dobbiamo provare ora. Sennò il tramonto se ne andrà via!". 
Afferrò la lenza e provò a girare il mulinello...c'era qualcosa! C'era qualcosa attaccato! 
"Diego ci siamo!", il cane scattò in piedi e spalancò i grandi occhi arancioni sull'infinito, puntando i piedi e pronto a rendersi utile in caso di necessità. Com'era pesante! Doveva essere un tramonto enorme! Hansel puntò i piedi e fece forza più che potè facendo leva sulla spalla, come gli aveva insegnato papà. "Ci siamo Diego stai pronto! Se scappa devi riprenderlo tu!". 
Tira tira! Non mollare! Il tramonto non voleva arrendersi e si aggrappava alla luna per non farsi trascinare via. "Ci sono quasi!", Diego abbaiava eccitato e la campagna osservava attonita. 
Hansel tirò ancora ed ecco che...la lenza aveva ceduto. 
Il mulinello tornava a girare. 
Attaccato all'amo un grosso cumulo di terriccio in cui l'amo si era incastrato.

Nel mentre di un sospiro anche l'ultimo raggio arancione se ne andò e piombarono le fredde stelle a ricordare che era il turno della notte. 
Non c'era nessun tramonto da mettere nel sacco. 
Hansel cercò di impedire alle lacrime di farsi strada ma fu tutto inutile, neanche lo sguardo amorevole di Diego potè fermare l'amaro e la delusione. Smontò tutto, rimise gli attrezzi e la speranza nella sacca e si diresse verso casa.

Il timer del forno ticchettava sul sugo dell'arrosto, mamma stava apparecchiando e la radio cantava canzoni senza tempo. Hansel dopo aver sistemato gli attrezzi in garage si diresse verso il salotto.
"Amore mio che cosa è successo? Ti sei fatto male? Sono gli ami vero? Fammi vedere"
"No mamma...è che.."
Tirò su col naso e si lasciò cadere tra le braccia della mamma, sporca di farina e preoccupazione.
"Volevo pescare un tramonto per te. Perchè tra un po' e il tuo compleanno e non posso comprare niente all'emporio. Ma non ho preso niente! Ho provato pure col formaggio e il burro di noccioline!"
La mamma gli accarezzò i capelli e gli baciò la fronte. Non disse nulla, le madri sanno parlare anche senza aprire bocca, e lo portò con se in cucina. Lo sistemò sulla sedia di papà, quella più grande, quella che non aveva bisogno del cuscino perchè era già abbastanza alta di suo.

"Mamma cosa fai?"

Lei si mise il dito indice davanti alla bocca e gli fece cenno di attendere.
Sparì per un secondo dentro il magazzino e ritornò con un ingombrante cesto di ciliegie, rosse e simpatiche come paffute ballerine. Sistemò il cesto al centro del tavolo e corse a passo leggero in giardino, tornò sorridente con rose e tulipani...E poi i cioccolatini! I cioccolatini con la carta rossa che nonna teneva sempre nella tasca, mamma ne sparse un po' sul tavolo, a portata di mano e palato. Aprì il frigo e tirò fuori il latte alla fragola, ne versò un bel bicchiere e dopo averne bevuto un sorso fece ridere Hansel mostrando i baffetti rosa. 
Ne frattempo aprì la porta papà, che ignaro di tutto si ritrovò la casa un po' scombussolata ed uno strano mercatino sul tavolo della cucina. Mamma lo vide e prima che lui dicesse nulla si mise in fretta e furia il rossetto che aspettava in borsa e gli schioccò un bel bacio sulla guancia, poi fece uguale con Hansel, timbrando entrambi con un romantico paio di labbra color cuore. 

"Bhe? Che succede qui?" papà sorrideva spaesato e prese posto accanto ad Hansel.
"Hansel oggi ha provato a pescare il tramonto ma non c'è riuscito" la mamma spiegò.
"Tesoro ma il tramonto è una preda difficilissima! Ci vogliono anni e anni di esperienza! Coraggio che la prossima volta andiamo insieme e gliela facciamo vedere noi a quel vecchio scorbutico!", papà lo strinse forte e scacciò gran parte della delusione.
"Ma io volevo pescare il tramonto per il compleanno di mamma, così poteva usare i suoi colori per farsi bella" Hansel replicò.
"Guarda quanti colori abbiamo qui. Non mi serve un tramonto tutto mio, abbiamo già tutto quello che ci serve per avere il nostro tramonto tutti insieme". 
Gli sorrise...e Hansel pensò che la mamma era già perfetta così com'era.

Quella sera mangiarono ciliegie e bevvero latte alla fragola...perchè non c'è niente, come assaggiare un pezzo di tramonto insieme.

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