venerdì 12 dicembre 2014

25 volte inconcludente

Camminavano fianco a fianco lungo la via principale, affollata da volti senza nome e cellulari eccessivamente costosi. Tenevano una buona andatura, erano abituate a correre, a suddividere le ore in minuti e a non dimenticare mai l'agenda. Chiacchieravano del più e del meno, senza soffermarsi su argomenti troppo pesanti per quel tranquillo pomeriggio d'autunno che odorava di polvere e caffè.
"Lo so, non mi servono...però...guarda quelle scarpe..."
"Quali?"
"Quelle Blu con il tacco, dietro gli stivaletti neri di pelle. Sarebbero perfette con il nuovo vestito"
"Ma tu le scarpe con il tacco non le porti. Nei hai venticinque paia almeno nell'armadio."

"No, non è che non le porto...le porto poco...ma adesso comincerò a portarle più spesso."
"Questa è una delle tante cose che hai sempre detto avresti fatto. E tu i tacchi continui a non portarli."
Distolse gli occhi dalla vetrina, abbandonando quel velluto blu per iniziare una battaglia che sapeva già persa in partenza.
"Cosa vuol dire una delle tante cose? Detta così sembro solo un'inconcludente."
"Beh, un po' lo sei dai..."
Si appoggiò le mani sui fianchi spalancando gli occhi e la bocca in un'espressione sorpresa, anche se sorpresa, non lo era per niente.
"Scusa?! E questa da dove esce?"
"Oh adesso non facciamone un dramma, ti ho solo detto come stanno le cose non dobbiamo girarci intorno tutto il giorno, ti comporti come se avessi detto chissà quale novità."
"Beh perdonami se ci sono rimasta male! Lo so che tra noi non ci sono segreti e che siamo sempre sincere l'una con l'altra però insomma...Inconcludente, dai, non è esattamente ciò che ci si vorrebbe sentire dire".
Ripresero a camminare, il solo scendeva e alcuni negozi cominciavano a chiudere. Regnava nell'aria una finta quiete, propria delle persone che staccano dall'ufficio per poi tornare a lavorare con la mente anche a casa.
"Perchè mi hai detto che sono un'inconcludente?"
Non riusciva a dissimulare il suo disappunto, qualcosa nell'animo pungeva come la neve ghiacciata sulla pelle.
"Quante volte hai iniziato un diario sapendo che non l'avresti mai finito?"
"E allora? Mi piace spendere soldi in cartoleria ok, non credo questo mi renda una persona inconcludente..."
"Quante volte hai rinunciato a fare qualcosa che ti piaceva per qualcosa che invece dovevi fare?"
"Sono responsabile, alcuni direbbero che è un pregio."
"Quante volte hai detto che saresti cambiata imparando dai tuoi errori rimanendo invece sempre la stessa?"
"...Forse ho qualche problema ad accettare i cambiamenti..."
"Quante volte mi hai dimenticata per qualcosa di meno importante?"
Quella era la domanda che non sarebbe mai dovuta arrivare, perchè lei sapeva bene di non avere la risposta...e contro un avversario così ci si può solo arrendere e posare la spada.
"Io non ti ho mai dimenticata". 

Che bugiarda.

"Oh si invece, tu mi dimentichi spesso e volentieri. Guardaci adesso, credi davvero che portarmi a spasso un pomeriggio risolva la questione? Tra di noi c'è un problema e non è parlando di scarpe che possiamo risolverlo" 
Il sole tingeva di rosso i palazzi e le parole, avvolgendo il tutto di sangue e marmellata alle fragole.
"Vuoi litigare? Qui? In mezzo alla strada? Ok, dai sentiamo".
Si mise sul piede di guerra lasciando la paura nel profondo delle tasche, chiedendo aiuto alla bugia di essere più forte della sua avversaria. Micidiale e bellissima nella sua verità.
"A te importa di me solo quando ti fa comodo ecco come stanno le cose. Prima mi adori, mi ascolti e pare che io sia la sola cosa di cui ti importa al mondo, e poi? Poi te ne vai, per le tue strade, con persone che non ricorderanno neanche il tuo nome la mattina dopo e promesse che suonano più false dell'oro bucato. Tu stai giocando col fuoco ragazza mia". 
Era vero...ma quel tipo di fuoco porta solo all'autocombustione, e lo sapevano entrambe. 
In quel pomeriggio che grondava fragole.
"Queste sono cazzate, prima mi dai dell'inconcludente e poi salta fuori che ti senti trascurata. Trovami il nesso, perchè davvero non ci arrivo!"
"Non fare la finta tonta, sai benissimo il perchè e anche il percome. Tu sei un'inconcludente proprio perchè smetti di interessarti a me. E se a te non frega di me stai tranquilla che a me smetterà di importare di te e delle tue cazzo di scarpe che tanto NON PORTI!"
Gli orologi si fermarono per bloccare quell'istante, il vento smise di soffiare per non fare frusciare le foglie e le voci del mondo si placarono per dare modo alle orecchie di ascoltare.
"A me importa di te...e che sei così difficile..."
"Lo so...Ma dimmi perchè? Perchè mi hai dimenticata?"
"Non l'ho fatto...è solo che a volte tutto è troppo e mollo la presa. Mi dispiace, scusa."
Il vento tornò. Con lui la capacità di ragionare e perdonare. Per l'ennesima volta.
"Non chiedere scusa a me. Non sono io a rimetterci. Non sono io a non essere soddisfatta di quello che ho davanti, non sono io a rinunciare, non sono io quella che dice di voler cambiare in meglio per poi restare bloccare nel solito "peggio". Tu sei un'inconcludente perchè portare a termine una scelta ti spaventa troppo. Così scappi via, verso una realtà piatta senza burrasche da affrontare, senza avventure da portare a termine. Non è così che mi terrai con te..."
"Ma tu non te ne andrai, lo so..."
"Vero, non ti abbandonerei comunque...ma diventerei una compagna silenziosa, non ti chiederei più di emozionarti con me, non ti cercherei alle prime luci del tramonto e tutto ciò che sapresti di me è che sono lì, nascosta da qualche parte...anche se non puoi sentirmi"
Suonava triste e tremendamente vero...e chi ha assaporato la verità conosce quel retrogusto di riflessione, a volte aspro, a volte amaro, ma decisamente indimenticabile.
"Come posso tenerti con me amica mia?"
Si guardano per parlarsi, si parlarono per ricordarsi.
"Riempi i tuoi diari, rispetta le tue decisioni, rischia, non avere timore di cambiare, mangia più dolci che non muore nessuno, goditi le piccole cose che hai, realizzane di grandi...E comincia ad usare le tue scarpe..."

"E se faccio questo tu sarai con me?"
Le sorrise.
"Si. E non sarò invisibile"
"E cosa sarai?"

"...Una cioccolata calda all'arancia e cannella"

Arrivò la notte e poi il sole di nuovo timbrò il cartellino. Lei si alzò per andare al lavoro. 
C'era odore di arancia e cannella nell'aria...Si vestì in fretta e agguantò la borsa uscendo di casa.

Camminava sicura sull'asfalto dondolando morbida sulle sue décolleté...

Perchè quando la Vita di dà un consiglio, tu stai zitta e ti metti i tacchi alti.

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