Un sabato mattina.
Il sole splendeva timido dietro i rami degli alberi
e la campagna si stiracchiava assonnata alle prime luci del giorno. Tutto era
avvolto da una pacata atmosfera primaverile, l’aria profumata e frizzante
toccava allegra ogni cosa, come un bambino dall’aria furba che scova i compagni
a nascondino.
Lui era il primo ad arrivare.
Come sempre.
Parcheggiava la vecchia automobile, apriva la porta
e spalancava le finestre.
Il primo ad
arrivare e l’ultimo ad andarsene.
Funzionava così quando eri il proprietario del più
importante ristorante della città.